Anche quest’ anno è possibile approfittare delle detrazioni fiscali, sia che tu sia in possesso di un cane che di un pappagallo. L’importo massimo detraibile dalla dichiarazione dei redditi è di 387 euro e quello minimo 129 euro, la detrazione su questa cifra è del 19%. Ad esempio se avete speso 500 euro per le spese veterinarie del vostro animale potete portare in detrazione solo 387 – 129 euro, cioè 258 euro.

Le detrazioni – precisa l’Agenzia delle Entrate – spettano al soggetto che ha sostenuto la spesa, anche se non è proprietario dell’animale.

NON sono ammessi alla detrazione:

  1. Animali destinati all’allevamento
  2. Animali destinati al consumo alimentare

Le spese veterinarie detraibili sono:

  1. Prevenzione di malattie
  2. Cura di malattie
  3. Farmaci prescritti

Per documentare queste spese occorre avere gli scontrini delle farmacie, che vanno conservati per cinque anni, e servono le fatture o le ricevute fiscali rilasciate dal veterinario.

Al fisco, per poter effettuare le detrazioni, va dimostrato di essere i veri proprietari di un animale domestico (gatto, cane, pappagallo, cavallo etc.). Per i cani è semplice: vale la documentazione rilasciata dal veterinario o dall’Asl per l’iscrizione all’anagrafe canina o per avere il microchip.

La prova del possesso di altri tipi di animali può essere risolta richiedendo per esempio il rilascio di un pet passport per gatti e furetti, con il certificato di adozione o con la fattura di acquisto di Fido o Fuffi, con una registrazione volontaria basata su una dichiarazione del proprietario.

Alcuni comuni italiani prevedono una riduzione della Tari, la tassa sui rifiuti, per chi adotta un cane randagio, prendendolo da un canile della zona. Il numero per ora è piccolo, ma sembra destinato a crescere nel 2018. Per sapere se lo sconto è praticato, basta chiamare l’ufficio tributi della città in cui si vive o consultate il sito ufficiale.

 

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